PRLJ 2022

Antonio Sammartino"Una grande torcia a forma di calice" sostenuta da un treppiede tutto originalmente di legno. È il tradizionale falò della vigilia di Natale, che per molti anni non è stato più protagonista della notte del Bambino Gesù. Con il passaggio del “Fronte” della seconda guerra mondiale (1943) non si è più acceso e, da quella che era una antica tradizione pian piano ne rimase solo il nome, tanto è vero che molti non sapevano di cosa si trattasse se non di gente al quanto anziana. Solo nel 1996 dopo aver ascoltato dalla mia vicina di casa, la signora Letizia Sammartino, alcuni racconti sul “Prlj”, che esso finalmente riprese nuovamente vita dopo circa 53 anni.

Grazie all’impegno e all'entusiasmo dei miei coetanei, ma soprattutto grazie al grande insegnamento del compianto maestro Alfredo Ricci quella che e era solo una parola è tornata ad essere una calda e viva notte della vigilia di Natale. Peccato che per tornare ad essere una viva tradizione nel suo ripetersi di ogni anno, si è dovuti aspettare il 2004, da quando, cioè, un bel gruppo di volenterosi giovani che con il passare degli anni, grazie a Dio, si alterna con il ricambio generazionale.

È davvero un piacere vedere i giovani appassionarsi a vecchie tradizioni, con lavori che vanno: dal taglio della legna, alla scelta di quella secca e verde; dall'appuntire i pezzi di legna, ad incastrarli e ad unirli magistralmente per creare la classica forma conica del Prlj. Il tutto è un bellissimo lavoro di squadra, una straordinaria bellezza che unisce una piccola comunità dove la buona volontà non manca, dove oltre al calore del fuoco si respira anche il calore umano unico della notte di Natale.

 

     
 

Testo e foto di Rocco Giorgetta